Nell’ operetta morale intitolata “Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere” che qui viene presentata, Leopardi sviluppa il tema del rapporto dell’essere umano col proprio destino scegliendo la strada di sfatare i luoghi comuni che si sono formati attorno all’attesa dell’anno nuovo.
L’attendersi, appunto, quasi per forza un tempo migliore dall’anno che deve venire, il senso del tempo che passa con i mali che vi incontriamo, il desiderio di vivere una vita differente da quella che viviamo o abbiamo vissuto e, ovviamente, la speranza che in qualche modo si possa predire, condizionare e indirizzare il futuro.
La meraviglia che si prova venendo in contatto con il genio di Giacomo Leopardi, è che in questo dialogo il poeta affronta la tematica più difficoltosa dell’essere umano e riesce ad esprimerla ai massimi livelli di bellezza, sensibilità e profondità utilizzando uno strumento semplice come un dialogo di strada.
Questo componimento letterario, inoltre, appare svolto con la massima naturalezza concedendo pochissimo all’artificio del narratore e cioè il modello adottato anche da altri del confronto del livello superiore rappresentato da una persona più smaliziata, il “passeggere”, e di quello inferiore esemplificato da una figura più ingenua che nella fattispecie è appunto il venditore di almanacchi.