Perché pubblicare un episodio riferito alla Shoah in un periodo in cui in Medio Oriente Israeliani e Palestinesi si combattono ferocemente in quella che si vuole rappresentare come una guerra totale? In cui i Gazawi vengono considerati alla stregua di terroristi di Hamas e in cui agli Israeliani viene rinfacciato di commettere gli stessi crimini di cui si macchiarono i nazisti persecutori degli ebrei?
Nel ricordare alcune delle giornate angosciose vissute ancora ottanta anni or sono da una famiglia romana costretta ad un’ esistenza clandestina nella propria città a causa della propria fede e delle proprie tradizioni, si vuole lanciare il segnale – nella scia di quanto scritto dalla storica Anna Foa – che la memoria della Shoah è patrimonio di tutti, per insegnare a tutti ad evitare altri genocidi, razzismi, antisemitismi. E il fatto che finora non ci si sia riusciti, che i genocidi e i crimini di guerra abbiano continuato a succedersi di fronte ai nostri occhi troppo spesso distratti, non annulla questo impegno, semmai lo rende più urgente.
Testo di Piero Modigliani – Voci di Silvana Pappaianni e Giulio Camiz – Interventi musicali a cura di Sara Modigliani
Nell’ immagine: “pietre di inciampo” nel rione Monti, a Roma.
Com’è possibile che non si capisca? Che non si faccia esperienza del passato? Che si continui ad essere feroci, a combattere, a uccidere, a ferire i sentimenti? È un mondo e un’epoca senza speranza questo in cui viviamo? Siamo così superficiali da non accorgerci della distruzione che ci stiamo costruendo attorno? Risposta non c’è.. o forse chissà, caduta nel vento sarà.