L’ impetuosa crescita urbanistica e demografica della Roma proclamata capitale, e lo sviluppo della mobilità individuale alimentato dai progressi della tecnica, sono fra i principali fattori della ricucitura fra la Città Eterna e i Colli Albani avvenuta a cavallo fra l’ Ottocento e il Novecento.

In questo documentato e brillante saggio di Patrizia Montuori, docente di Storia dell’ Architettura presso l’ Università dell’ Aquila, si ripercorrono le tappe del processo di modernizzazione che coinvolge non solo la neo capitale – dove i duecentocinquantamila abitanti del 1871 diventano un milione mezzo secolo dopo – ma anche i centri del Vulcano Laziale.

La concomitante introduzione di nuovi mezzi di trasporto più economici, più capienti e più rapidi quali le tramvie, agevola l’ intensificazione degli scambi fra la capitale e il suo retroterra, dove cittadine già rinomate per la loro attrattività turistica, ora sono anche fornitrici di merci e mano d’opera tanto più necessarie quanto più numerosi sono i nuovi romani.

Larga parte del racconto, rigoroso storicamente e brioso nella narrazione, è dedicata alla Stefer e i suoi progenitori, la società che per quasi un secolo ebbe il monopolio dei trasporti pubblici ai Castelli.

L’episodio è un adattamento del saggio  di Patrizia Montuori In tram da Roma ai Castelli Romani e lo sviluppo della Capitale e degli abitati circostanti nel Novecento posto agli Atti del VII Convegno di Storia dell’ Ingegneria svoltosi a Napoli nel 2018 – Cuzzolin Editore – Per gentile concessione dell’ Autrice.

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