In questo quinto episodio della serie “Poeti al registratore”, Pietro Tordi, il “cacciatore di poeti”, cattura alcuni momenti di un reading di Valentino Zeichen al romano Beat 72.

Zeichen, scomparso a Roma nel 2016 all’ età di 78 anni, viene ricordato come un poeta flâneur, ossia al tempo stesso curioso e distaccato. Il suo riconosciuto talento poetico unito al vivere in un modesto alloggio, poco più di una baracca, nel “borghetto flaminio” dirimpetto al ministero della marina, ne fecero un personaggio di spicco sulla scena intellettuale romana.

Del tutto naturale era quindi la sua frequentazione del Beat72, lo scantinato nel quartiere Prati, non lontano dal “borghetto flaminio”, aperto per l’appunto sul finire degli Anni Sessanta alla sperimentazione teatrale e più in generale alle arti sceniche. La poesia aveva un peso particolare in quello spazio gestito da Simone Carella, Ulisse Benedetti e il critico e scrittore Franco Cordelli, lo stesso trio che animerà nel 1979 anche l’ormai storico “Festival dei poeti” a Castelporziano, un tratto di spiaggia fra Ostia e Torvajanica alle porte di Roma. In quei tre giorni di kermesse sul palco di fronte al mare si alternarono decine di poeti, celebri e meno celebri: fra i primi gli americani Allen Ginsberg e William Burroughs e il sovietico Evgenij Ievtusenko.

Zeichen, le cui opere sono pubblicate da editori quali Mondadori, Guanda, Lucarini e Fazi, rifuggiva però dai grandi eventi e i loro riti: prediligeva invece gli incontri al chiuso quali appunto quelli ospitati dal Beat 72. Ed è qui, in questi locali, che Pietro Tordi lo registra col mangianastri cogliendo anche – in parte – l’atmosfera di quelle riunioni. E’ il 12 marzo del 1977 e l’inverno si è fatto sentire, come testimoniano i colpi di tosse del pubblico.

Delle letture di Valentino Zeichen in quella serata sono qui riportati: Boecklin, Bar Navona, Numeri romani, La pioggia, Non fare di tutta l’erba un fascio.