Dopo Dario Bellezza, l’attore Pietro Tordi – il “cacciatore di poeti” – incontra a Roma a gennaio 1982 il conterraneo Mario Luzi cui farà poi seguito poche settimane dopo un altro poeta di origini toscane, Giorgio Caproni. Ma se quest’ ultimo è livornese di nascita, Luzi invece viene al mondo nei pressi di Firenze e fiorentino è anche Tordi e forse queste comuni radici concorrono a far sì che fra i due si istalli subito una certa familiarità.
Il poeta riceve l’attore nella stanza dell’ albergo romano dove è sceso per un suo breve soggiorno nella capitale e di lì a due ore dovrà rimettersi in cammino per rientrare in treno a Firenze. In questo breve lasso di tempo Luzi legge ben tredici componimenti che abbracciano un ampio arco della sua attività di poeta. In questa prima parte ne vengono presentati sette, taluni dei quali arricchiti da rumori ambientali finiti nel semplice mangianastri portato da Tordi.
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